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Le InTeRViSTe

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*Ishtar*
view post Posted on 22/2/2006, 22:47 by: *Ishtar*




26 febbraio 2006

IL CINEMA, LA VITA, L’IMPEGNO: ALESSIO BONI SI RACCONTA

TRA AFRICA E NORDEST



Fa il "cattivo" in un film tratto da un romanzo di Massimo Carlotto: «Sono molto attratto dai personaggi negativi. Ma nella vita...».

di Giulia Cerqueti

L’incontro è fissato all’aeroporto di Linate, prima del suo volo di rientro a Roma. Nel viavai frenetico dei viaggiatori, lui si fa largo salutando da lontano, occhiali scuri, barba lunga e un sorriso limpido che gli illumina il volto. «Scusami tanto per il ritardo», esordisce con un po’ di apprensione. Il ritardo, in realtà, è solo di cinque, accademici, minuti. Ma le sue scuse non sono formalità. «Se c’è qualcosa in cui sono rimasto molto bergamasco», spiega, «è proprio la serietà, la precisione. Non prendo mai sottogamba un appuntamento. Ho un grande rispetto per il lavoro mio e degli altri. In tutto quello che faccio metto lo stesso impegno».

Questo è Alessio Boni, rigoroso e professionale, gentilissimo, però mai sopra le righe. A quasi quarant’anni (li compirà il 4 luglio) Boni è uno dei protagonisti più convincenti dell’attuale panorama di attori italiani. Una schiera di bravi professionisti in cui, fra gli altri, si distingue Luigi Lo Cascio, grande amico di Boni nella vita, suo compagno di set in La meglio gioventù di Giordana e La bestia nel cuore di Cristina Comencini, il film italiano candidato all’Oscar. «Questa candidatura», dice Boni, «è un’iniezione di fiducia nei confronti del cinema italiano, tanto maltrattato, privo di fondi, quasi ignorato. L’Italia pura – perché La bestia nel cuore è tutto e solo italiano – ha avuto la meglio. Questo significa che qualità e possibilità ci sono. Bisogna cambiare le regole distributive e crederci di più».

Una storia italiana

Ora, sul set cinematografico Alessio Boni veste i panni di Giorgio, l’inquietante protagonista di Arrivederci amore, ciao, il nuovo film di Michele Soavi – sul grande schermo dal 24 febbraio – tratto dall’omonimo romanzo di Massimo Carlotto: una denuncia aspra e impietosa del marcio che serpeggia in una certa realtà sociale del Nord-est italiano.

Il film – che accanto a Boni vede in scena Michele Placido e Isabella Ferrari – è forte, crudo, a tratti molto violento, una storia difficile, priva di qualsiasi apertura alla speranza, al cambiamento, a una possibilità di redenzione. Un film duro e una scelta, per Boni, meditata a lungo («Ho impiegato tre mesi prima di dire di sì a Soavi») perché, come l’attore stesso ammette, «quando entri in un personaggio sbagliato sono tutti pronti a darti subito addosso».

«Il film», racconta, «è uno spaccato di un essere umano ritratto in un certo periodo della sua vita all’interno di un contesto sociale che tuttora ci appartiene. È un film prettamente italiano». Poi prosegue: «Giorgio, il protagonista, è un ex terrorista e guerrigliero. Insegue un alto ideale rivoluzionario che a un certo punto gli crolla addosso. Uccide il suo migliore amico e dal Sudamerica, dove è fuggito dopo aver compiuto un delitto in Italia, torna a casa per ricominciare una vita».

Alla ricerca delle emozioni

Ma il caso vuole che incappi in vari personaggi corrotti che lo riportano sulla strada della criminalità. «Giorgio è il prodotto di una certa realtà sociale. Ma nessuno, certo, vuole farlo passare per un santo. Lui, di suo, è attratto dalla criminalità, è corrotto, malvagio, debole. Ed è anche questo aspetto che mi ha affascinato di lui. È facile interpretare personaggi buoni, positivi. Per me è molto più interessante entrare dentro una personalità così diversa dalla mia e alla quale io, nella mia vita di sempre, non assomiglierò mai».

È un fiume in piena di racconti e riflessioni, Alessio Boni. Parla del suo personaggio scandagliandone la mentalità e i risvolti psicologici, scavando in profondità dentro la sua anima. «È questo il bello del mio lavoro. Andare a fondo, ricercare le emozioni ordinarie e straordinarie». Non a caso, se non avesse fatto l’attore, Alessio avrebbe voluto fare lo psicologo. «Sul set, più conosci, più ricerchi, e più ti abbandoni nell’interpretazione. Meno sai, più arranchi in una recitazione stentata. Bisogna studiare il personaggio, leggere ciò che lui avrebbe letto per costruirsi quel bagaglio di conoscenze che poi permette di restituirlo al pubblico con sicurezza e padronanza».

Di fatica intellettuale, di letture Alessio ne ha dovute fare davvero tante, per tenere il passo con l’Accademia d’arte drammatica, per formarsi una cultura teatrale, lui che, nella sua provincia bergamasca che gli stava stretta, aiutava il padre piastrellista mentre studiava ragioneria, lui che, non avendo una formazione classica, all’Accademia partiva svantaggiato e doveva faticare il doppio rispetto agli altri studenti, come lo stesso Luigi Lo Cascio, uscito dal liceo.

«Quando ho cominciato la carriera teatrale, ho vissuto una grande solitudine che deve esserci, perché è un momento essenziale per l’attore: solo così puoi scoprire l’intimità del rapporto con il pubblico, che è un dialogo personale fra chi sta sul palcoscenico e lo spettatore».

Oggi, aldilà del cinema, Alessio Boni si è buttato anima e corpo in un nuovo impegno: quello umanitario, come ambasciatore di buona volontà dell’Unicef, per la campagna contro la pandemia dell’Aids nel continente africano. Di recente questo impegno lo ha portato per dodici giorni in Malawi e Mozambico. «Sono andato per capire cosa si può davvero fare. E sono arrivato alla conclusione che per migliorare le cose bisogna pensare di poterle migliorare».

La luce alla fine del tunnel c’è. Non possiamo voltare la faccia di fronte alla tragedia dell’Africa. «Un giorno ho chiesto a un bambino di otto anni cosa desiderava per essere felice. Mi aspettavo che mi dicesse un giocattolo, una macchinina, ma lui mi ha risposto: "un panino quando ho fame". Mi sono sentito spiazzato, sconvolto in tutti i miei parametri, le mie certezze. Io non ho dato niente a quelle persone, ma loro mi hanno arricchito. E ora devo fare il possibile per ricambiare la ricchezza ricevuta».

da famiglia.cristiana

Edited by *Ishtar* - 22/2/2006, 22:48
 
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