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Le InTeRViSTe

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*Ishtar*
view post Posted on 11/3/2006, 01:10 by: *Ishtar*




10 marzo 2006

Boni, un nuovo divo

Con "La bestia nel cuore" e "Arrivederci Amore ciao" ha dimostrato di poter diventare la nuova star del cinema italiano

di Alice Voltolina


Lo abbiamo notato e apprezzato al fianco del bravo Lo Cascio ne La meglio gioventù di Marco Tullio Giordna, in cui interpretava il ruolo del fratello arrabbiato e deluso (ma i suoi primi lavori risalgono al '90, ancor prima del diploma presso l'Accademia d'arte Drammatica). In soli due anni, tra il 2004 e il 2005, gira 6 film (di cui uno candidato all'Oscar, La bestia nel cuore, e uno ancora non uscito nelle sale, Viaggio Segreto) e un film per la tv (Cime tempestose), e ottiene diversi, importanti riconoscimenti.

La notizia che presto lo avremmo visto indossare i panni di Caravaggio (in una fiction tv e una riduzione per il grande schermo) guidato da Angelo Longoni ha trovato il suo pubblico entusiasta e i critici curiosi di vederlo all'opera nel ruolo che quarant'anni fa fu Gian Maria Volontè.

Nel frattempo (le riprese dovrebbero iniziare proprio questo mese e lo impegneranno fino a luglio) Alessio si dà alla promozione dei suoi ultimi lavori. E alla presentazione de Arrivederci amore, ciao, è estremamente gentile con tutti. Sorride, risponde alle domande, scherza e parla con estremo piacere di questo film duro e inconsueto (per il cinema e per il pubblico italiano). Un noir mediterraneo firmato da Michele Soavi (DellaMorte, DellAmore, Uno Bianca, Ultimo 2-La sfida...) e tratto dal romanzo di Massimo Carlotto, che parla di realtà, quella vera, quella che è forse difficile guardare con gli occhi. Un film che è come un pugno nello stomaco, di quelli che ti entrano in testa e che non è facile da lasciarsi scivolare via.

Lui, bello e affascinante come sempre, è al centro dell'attenzione della piccola ma interessatissima platea, e non si risparmia neanche un attimo, fino alla fine: firma autografi, si lascia fotografare, accetta complimenti, regala baci e saluta e chiacchiera con chi lo segue da tempo in questi suoi appuntamenti aperti al pubblico.

Ma tu sei così gentile con tutti?
Loro sono il mio pubblico. Sono loro che poi vengono a vedere i miei film.

È vero che rispondi personalmente a tutte le mail che ti scrivono?
Certo, magari ci metto un po' di tempo, ma do a chi mi scrive ogni attenzione.

Non ti pesa l'essere famoso? Perché sai in tanti si lamentano del fatto che non esiste più privacy, più tempo per se stessi...
In realtà devo dire che ho una gran fortuna: non mi riconoscono molto per strada. Devo avere un viso molto comune, poi mi nascondo dietro a un paio di occhiali scuri ed è fatta. Magari poi ci sono quelli che non vengono da me perché cercano di rispettare la mia privacy. Comunque bisogna anche dire che io non sono il tipo che piace alle ragazzine, quelle che ti si buttano addosso.

Non ti stancano gli impegni mondani?
Credo che se uno non ha voglia di farsi sconvolgere la vita non se la lascia sconvolgere. Io non amo queste serate di mondanità. Infatti non vado quasi mai in tv e accetto solo quello che mi interessa veramente e che mi va di fare. Se non mi va, me ne sto a casa. Ma se esco, bhè allora devo essere ben presente, non posso farmi vedere stanco, anche se magari lo sono, perché altrimenti facevo meglio a starmene a casa. Voglio vivere bene ogni minuto.

Parliamo di cinema. Questo sembra essere il momento degli antieroi (Mach Point, Cacciatore di teste, Munich, History of violence) e anche Giorgio di Arrivederci Amore, ciao è così: un personaggio totalmente negativo...
Sì, lui negli anni della lotta armata si è reso involontariamente colpevole della morte di un metronotte e quindi fugge in Sud America per evitare la condanna e il carcere. Poi però dopo 5 anni di latitanza decide di rientrare e per farlo prima va da un ex-compagno del gruppo della lotta armata e chiede aiuto per poter tornare a essere un uomo con una vita normale. Tutto ha inizio così e il resto del film racconta il suo viaggio nei gironi danteschi per poter realizzare il suo desiderio. E alla fine dentro è un verme più di prima.

Cosa ti ha spinto ad accettare di interpretare un personaggio così poco amabile come quello di Giorgio?
Ho avuto sicuramente molta difficoltà a sviscerare il libro. Giorgio è un personaggio crudele, che quasi mi ripugnava all'inizio. Io scelgo i personaggi che mi colpiscono, che mi suscitano un'emozione, e in genere sono personaggi che mi piacciono, che mi intrigano. In questo caso invece c'era una forte dicotomia tra le sensazioni che mi suscitava il personaggio e tutto il resto, tutto il contorno. Allora ho deciso di leggere tutto il libro di Carlotto e mi capitava di leggerne un po' poi di dire basta. Poi ancora di riprenderlo in mano andare avanti e poi ancora abbandonarlo. Ho letto e riletto il libro di Carlotto. In genere per me è o bianco o nero, o sì o no. Ma questa volta c'era un ni che non riuscivo a sviscerare. Poi ho conosciuto Conchita (Airoldi, la produttrice ndr) e mi sono lasciato prendere dal progetto.

E come sei riuscito a entrare nella parte?
Una volta che hai colto il personaggio ti devi infilare dentro come un coltello rovente in un panetto di burro, ti devi buttare a capofitto andando fino in fondo, senza perdere un attimo di attenzione, perché altrimenti il personaggio lo perdi. Comunque è estremamente stimolante per un attore fare un personaggio cattivo, negativo, completamente differente da te perché ti dà la possibilità di fare cose che non faresti mai.

Bilancio dell'esperienza?
Devo dire che alla fine mi sono diverto molto nel girare il film, prima di tutto perché in Italia sono molto rari i film d'azione e poi comunque devi riuscire a crederci fino in fondo nel tuo personaggio, per poter fare la carogna fino in fondo. Quando l'ho visto la prima volta sullo schermo, perché un conto è girare le scene un contro seguire la post produzione e vedere il film finito, è stato davvero un pugno nello stomaco, ma sono contento perché c'è l'esatta percezione di questa realtà nera che è il film.

È vero che prima di te altri attori, sia in Italia sia in Francia, hanno rifiutato la parte?
Sì, la parte era stata proposta anche ad altri e tutti hanno rifiutato perché il personaggio è un uomo crudele, falso, bugiardo e non a tutto piace essere identificati con un individuo così negativo. Ma questa sua non onestà nasce dal fatto che ormai vive nella disillusione che per potersi realizzare basta seguire i propri ideali. Il suo è un excursus pazzesco perché per poter tornare a essere un uomo normale, un uomo come tutti, di quelli che possono uscire e andare a prendere il cappuccino sotto casa deve in realtà diventare un uomo spietato.

Lavori sia nel cinema che per le fiction, sono due mondi completamente differenti...
Sì, una differenza sostanziale perché le fiction sono una vera e propria catena di montaggio e magari ti trovi a dover girare due puntate in 15 giorni quindi hai la possibilità di girare quella scena e il primo ciak che viene bene è quello, non hai la possibilità di rifare. Invece nel cinema non è così.

Una differenza tra tv e altre dimensioni artistiche, quindi?
La tv ti mostra tutto con una patina esterna che non ti fa vedere quello che c'è dietro la maschera. Invece questo film, per esempio, è diverso: ti fa vedere l'altra faccia, qualcosa che comunque fa parte della società italiana, è uno spaccato della "peggio gioventù". Quelli che negli anni '70 hanno fatto un'altra scelta e hanno sposato l'ideale della lotta armata. E dei quali Carlotto fa un efficace ritratto: il ritratto del lato peggiore della sua generazione. E infatti ci sono state diverse difficoltà per trovare i fondi per produrre questo film.

Quando iniziano le riprese del tuo prossimo film, in cui interpreti il ruolo che già fu di Volontè?
A marzo 2006, ma (sorride e scherza), dammi tempo di riprendermi un attimo. Ho appena finito di lavorare a Viaggio segreto (nelle sale dal 31 marzo, ndr) di Roberto Andò, con Claudia Gerini e Kusturica e devo avere un minimo di tempo per entrare nel personaggio di Caravaggio, che è comunque un ruolo molto impegnativo.


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da magazine.libero.it

 
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